MOSTRA VIRTUALE ONU

L'Italia con l'ONU: 1945 - 2015

L'Onu e l'evoluzione del ruolo internazionale dell'Italia negli anni Ottanta

Lo scoppio della "seconda guerra fredda" pose fine alla distensione e acuì la crisi dell'Onu, attenuatasi solo dopo l'avvento al potere di Michail Gorbačëv in Unione Sovietica. Il periodo di transizione in cui entrò allora la politica internazionale generò mutamenti anche nella politica estera italiana, interagendo con fattori interni. La ripresa della guerra fredda, unitamente all'esaurirsi dell'esperienza dei governi di solidarietà nazionale, portò alla nascita di governi pentapartito, che facevano perno su una rinnovata alleanza tra DC e Psi, e favorì la ridefinizione della politica estera del paese. Una nuova classe dirigente, più pragmatica, attenta al ruolo dell'Italia nel mondo e alla tutela internazionale della democrazia e dei diritti umani, specie nei paesi del blocco sovietico e dell'America Latina, sviluppò una politica estera assertiva, aperta in particolare a opzioni diverse per la soluzione delle crisi internazionali, anche alternative alla politica di sicurezza collettiva. Con i governi presieduti da Giovanni Spadolini e poi da Bettino Craxi, in cui si alternarono alla Farnesina Arnaldo Forlani, Emilio Colombo e Giulio Andreotti, nella politica estera italiana acquistarono un nuovo ruolo le Forze Armate, che, in occasione di crisi internazionali vennero utilizzate anche fuori dall'ambito societario, spesso a fianco di quelle dell'alleato maggiore. Si accentuò il carattere ambivalente della politica estera italiana del secondo dopoguerra, oscillante tra la piena adesione agli ideali societari e i vincoli atlantici, tra la diplomazia multilaterale e quella bilaterale.

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