L' ITALIA E GLI ITALIANI IN AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE TRA OTTO E NOVECENTO

Da Garibaldi a Sforza: mazziniani, repubblicani e libertari nei Paesi dell' America centrale e meridionale

Viaggiatori, mercanti e accordi commerciali

VIAGGIATORI, MERCANTI E ACCORDI COMMERCIALI TRA OTTO E PRIMO NOVECENTO.
Con le persone, le idee e l'azione politica viaggiarono anche la forza lavoro, i tanti "saper fare", le merci e gli accordi commerciali. Verso l'America Latina si indirizzarono poi interessi più propriamente culturali, di natura erudita ed insieme divulgativa, propri dello spirito dell'800, insieme – alla fine del secolo — ad un nuovo tipo di imprenditore, il cui paradigma è efficacemente narrato da Luigi Einaudi attraverso la vicenda dell'industriale tessile cotoniero lombardo, Enrico dell'Acqua. Scelto dall'autore perché esemplare per intuito e capacità d'innovazione, nella riflessione di Einaudi egli avrebbe sostituito all'antica massima "trade follows the flag" una nuova, secondo la quale "le correnti del traffico devono seguire quelle dell'emigrazione". Emblematico, a questo proposito, quel che scriveva a De Gasperi il 9 ottobre del 1946 Sforza, di ritorno da una missione governativa di ringraziamento ai Paesi dell'America Latina per l'appoggio prestato in favore di una "pace giusta": «il merito mio fu infimo; il vero merito fu delle quattro o cinque generazioni di italiani che, dall'Argentina al Messico, si imposero come modelli di intelligente ed onesta operosità».

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