L' ITALIA E LA DIPLOMAZIA DELLA GRANDE GUERRA

La diplomazia italiana tra principio di nazionalità e sicurezza territoriale

La scelta della neutralità

Le ragioni dell'ingresso dell'Italia in guerra affondano le loro radici in un periodo di gran lunga anteriore alla "scintilla" dell'eccidio di Sarajevo del 28 giugno 1914. Occorre infatti risalire fino al lontano 1882, quando l'Italia scelse di uscire dall'isolamento diplomatico alleandosi con gli Imperi centrali. In questo nuovo contesto e in concertazione con gli alleati, l'Italia aspirava a realizzare i propri obiettivi di politica estera ancora in sospeso: completamento dell'unità nazionale, sicurezza adriatica e mediterranea, ambizioni espansionistiche. Fu in questa prospettiva che fin dal primo rinnovo del 1887 l'Italia negoziò ed ottenne una clausola sui "compensi". Scoppiato il conflitto e dichiarata la neutralità perché non ricorreva il casus foederis previsto dalla Triplice, il Ministro degli Esteri di San Giuliano basò la propria azione diplomatica sui compensi per ottenere una rettifica del confine dagli alleati.

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