IL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E LA QUESTIONE EBRAICA 1938-1943

Il Ministero degli Affari Esteri e la questione ebraica 1938-1943

LEGGI RAZZIALI E MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI Dalle liste di proscrizione alla tutela delle Comunità ebraiche

Durante la seconda metà del 1938, il progressivo affermarsi della politica antisemita produsse i suoi effetti anche all’interno del Ministero degli Affari Esteri. Su indicazione del Ministro Ciano, la Direzione Generale del Personale e degli Affari Interni avviò un’operazione di censimento e schedatura di tutto il personale dipendente, dal ruolo diplomatico e consolare, sino alle carriere esecutive. S’instaurò un clima poliziesco, improntato al sospetto ed alla diffidenza. L’appartenenza alla "razza ebraica", vera o presunta, spinse molti a tentativi paradossali di autodifesa.
Nello stesso periodo si riscontrò l’adeguamento della linea diplomatica ufficiale dell’Italia fascista. La "Questione ebraica" era venuta all’attenzione degli uffici del Ministero degli Affari Esteri sin dal principio degli anni ’30, cioè dal momento in cui i primi provvedimenti antiebraici della Germania nazista avevano spinto molti ebrei tedeschi a cercare rifugio in Italia. L’ufficio IV della Direzione Generale degli Affari Generali, competente per la materia degli stranieri residenti nella penisola e degli affari riservati, fu la struttura incaricata di seguire il delicato dossier. Il primo documento che diede concreti segnali del cambiamento di approccio (L’Informazione Diplomatica n. 14 dell’11 febbraio 1938) fu redatto da Mussolini in persona. Seguirono alcune circolari dell’ufficio IV della DGAG.Al termine della seconda guerra mondiale il Ministero degli Affari Esteri pubblicò un rapporto riservato dal titolo: Relazione sull’opera svolta dal Ministero degli Esteri per la tutela delle comunità ebraiche (1938-1943).
I documenti delle bacheche successive serviranno a far luce sull’apparente incongruenza tra la solerte applicazione delle leggi raziali nel 1938 e l’impegno di insigni esponenti del nostro corpo diplomatico a favore delle comunità ebraiche negli anni del conflitto.

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