LO SGUARDO ITALIANO SULLA CINA

Lo sguardo Italiano sulla Cina, le bacheche

Nuovi orizzonti, nuovi strumenti

In Europa, sino al Medioevo la conoscenza della lontana e antichissima civiltà cinese si era fondata su voci e leggende e sul racconto del mercante veneziano Marco Polo, giunto a Pechino nel 1295, viaggiando lungo la Via della Seta. I Polo non furono gli unici mercanti a compiere l'ardita impresa; altri commercianti, soprattutto veneziani e genovesi, riuscirono a raggiungere il mitico Catai, ma Marco fu l'unico a lasciare una testimonianza scritta di quella sua esperienza. Nello stesso periodo, a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo, anche alcuni missionari francescani si erano recati in Estremo Oriente, redigendo per i loro superiori delle relazioni che tuttavia non ebbero la stessa diffusione del Milione poliano. Dalla metà del '300, per circa 150 anni, i viaggi via terra verso l'Estremo Oriente si fecero molto più difficoltosi, a causa della conflittualità tra Occidente cristiano ed impero ottomano, entità statuale subentrata ai mongoli nel controllo delle prime stazioni asiatiche della Via della Seta. Alla fine del XV secolo, l'epoca delle scoperte geografiche permise agli europei di ampliare i propri orizzonti, scoprendo mondi nuovi e "riscoprendone" altri, con i quali in passato si erano intrattenuti solo sporadici contatti. La conoscenza della lontana e antichissima civiltà cinese si era fondata sino al principio del '500 su voci e leggende e sul racconto del mercante veneziano Marco Polo, giunto a Pechino nel 1295, viaggiando lungo la via della seta. I Polo non furono gli unici mercanti a compiere l'ardita impresa; altri commercianti, soprattutto veneziani e genovesi, riuscirono a raggiungere il mitico Catai, ma Marco fu l'unico a lasciare una testimonianza scritta di quella sua esperienza. Nello stesso periodo, a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo, anche alcuni missionari francescani si erano recati in Estremo Oriente, redigendo per i loro superiori delle relazioni che tuttavia non ebbero la stessa diffusione del Milione poliano.Dalla metà del '300, per circa 150 anni i viaggi via terra verso l'Estremo Oriente si fecero molto più difficoltosi, a causa della conflittualità tra occidente cristiano ed impero ottomano, entità statuale subentrata ai mongoli nel controllo delle prime stazioni asiatiche della via della seta. La circumnavigazione dell'Africa da parte di Vasco da Gama (1497) e la creazione di una base portoghese a Macao (1550) offrirono nuove opportunità di transito; nel corso del XVI secolo furono ancora pochi i missionarie e gli avventurieri occidentali che riuscirono ad ottenere il permesso di entrare nella Cina continentale; quelle rare incursioni crearono le premesse per l'avvio di una intensa epoca di scambi e di contatti.A rappresentare lo spirito dell'età delle scoperte geografiche ed il rinnovato interesse che da quel momento si rivolse alla civiltà cinese, nella bacheca 1 sono stati esposti due volumi antichi, di particolare pregio. L'opera di Giovanbattista Ramusio (Treviso 1485-Padova 1557), Delle navigazioni e viaggi (3 voll., 1550-59), raccoglie le relazioni dei più famosi viaggi dall'età classica sino al principio del 1500; l'autore, umanista, storico e geografo, ebbe dalla repubblica di Venezia incarichi diplomatici e politici ed è considerato il padre degli studi di storia della geografia. A seguire il Corso geografico universale (1692) di Vincenzo Maria Coronèlli (Venezia 1650-ivi 1718), erudito che fondò nel 1684 l'Accademia cosmografica degli Argonauti, considerata la più antica società geografica del mondo; dal 1685 fu cosmografo della Serenissima e prestò la sua opera anche presso la corte di Luigi XIV.

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